BELLE SPERANZE: IL CINEMA ITALIANO E I GIOVANI (1948-2018)

30 gennaio - 15 marzo 2019

Padiglione 9b

Padiglione 9b

Realizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la mostra Belle speranze: il cinema italiano e i giovani (1948-2018), restituisce, attraverso l’immaginario cinematografico, l’esperienza dei ragazzi italiani lungo 70 anni di storia.
 
Da Il sole sorge ancora di Aldo Vergano, tra le prime e più fulgide testimonianze della Resistenza italiana a Gli sdraiati di Francesca Archibugi, ritratto in chiaroscuro di giovani a cui è stato rubato il futuro dai loro padri, l'allestimento è un viaggio multimediale dentro le diverse strategie identitarie messe in atto “dai e sui” giovani nelle varie epoche prese in esame - il dopoguerra, i Sessanta, il ‘68 e gli anni di piombo, il grande riflusso, i millennials – a partire dal lavoro di restituzione e di costruzione del cinema.
 
Foto di scena e fotogrammi, cult generazionali e titoli dozzinali, che hanno saputo di volta in volta capire, catturare, esaltare, stigmatizzare, provocare, mortificare il sentimento di una stagione individuale e collettiva irripetibile. Che illuminano un istante del tempo appartenuto a qualcuno, una volta, fissando l’attimo in cui la corrente delle generazioni diventa Senso e Storia. E poi gli oggetti che ne hanno accompagnato il cammino, solleticando un orizzonte di rivendicazioni, di attese, di potente sensualità. I jeans, la vespa, il flipper, il juke-box, fino al telefonino e alla playstation. Ma anche libri, versi e canzoni, testi che come i film hanno saputo parlare alle varie generazioni prestandogli voce, il filo di un dialogo, un indizio – forse un lascito – per quelle a venire.
 
Così i sorprendenti videosaggi realizzati da alcuni studenti universitari della Cattolica, fruibili nell’ultima sezione della mostra, ci trasportano dagli anni Quaranta ai nostri giorni per provare a rispondere a una domanda: in che modo i giovani narrati dai film – da Romolo e Salvatore di Poveri ma belli a Piero di Ovosodo, da Adriana di Io la conoscevo bene a Mignon di Mignon è partita, solo per citarne alcuni – rappresentano tratti caratteriali e tematiche che interpellano anche le generazioni di oggi?