DORA GARCÍA | MELANCHOLIA

31 gennaio - 1 febbraio 2022

MAP_PA - Master Arti Performative di Palaexpo e Accademia
La Pelanda
MAP_PA - Master Arti Performative di Palaexpo e Accademia
La Pelanda

In Melancholia (2011) di Lars Von Trier un pianeta parecchie volte più grande della Terra si avvicina minacciosamente e alla fine si scontra con la Terra - il nostro pianeta scompare al suo interno, dopo averci liquefatto all'interno di un'ondata di fuoco. Eppure, i pianeti non dovrebbero collassare in quel modo, dovrebbero mantenere orbite ben tracciate, regolari, prevedibili l'una intorno all'altra, determinate dalla loro densità, la più grande mantenendo i più piccoli nelle loro orbite ellittiche. È possibile che il nome del pianeta di Von Trier, "Melancholia" sia solo una metafora esplicita della tristezza che ci avvolge e ci impedisce di iniziare qualsiasi rivolta e intraprendere qualsiasi azione? Perché le quattro lune del pianeta Giove portano i nomi delle vittime di cui ha abusato sessualmente (Io, Callisto, Europa, Ganimede)? La presenza di un'altra persona nel nostro stesso spazio ci costringe immediatamente a prendere posizione non appena rileviamo quella presenza. Dentro o fuori, calibriamo immediatamente la distanza che ci separa e il rango che rispettivamente occupiamo nella società, adeguando il nostro comportamento, il nostro modo di riconoscere quella persona. Se non siamo sicuri su come classificare quella persona, appariamo vigili e irrequieti fino a che quella persona non chiarisce quali sono le sue aspettative nei nostri confronti. Tutte queste considerazioni determinano ogni singola performance che è stata presentata al Mattatoio, dal 21 ottobre al 22 gennaio, all’interno della mostra "Conosco un labirinto che è una linea retta": Due pianeti si sono scontrati per migliaia di anni, Il labirinto della libertà femminile, La Sfinge, Il Messaggero e Il piccolo oggetto <a>. Tutte queste considerazioni determinano le nostre interazioni quotidiane. La sovversione o la rottura delle leggi stabilite che regolano l'interazione sociale spesso sfociano in cataclismi travolgenti come quello ritratto da Lars Von Trier nel suo film.

 

Dora García è un'artista, insegnante e ricercatrice che vive e lavora tra Barcellona e Oslo. Come artista ha partecipato a numerose mostre d'arte internazionali tra cui il Münster Skulptur Projekte (2007), la Biennale di Venezia (2011, 2013, 2015), la Biennale di Sydney (2008), la Biennale di San Paolo (2010), Documenta 13 ( 2012), la Biennale di Gwangju (2016), l'osloBiennalen, Art Encounters Timisoara e la Triennale di AICHI (2019). Nel 2021 ha sviluppato progetti presso la Fotogalleriet Oslo, Netwerk Aalst, il Mattatoio di Roma e il Colomboskope Festival in Sri Lanka. Il suo lavoro è in gran parte performativo e affronta temi legati alla comunità e all'individualità nella società contemporanea, esplorando il potenziale politico delle posizioni marginali, rendendo omaggio a personaggi eccentrici e agli antieroi, i quali sono stati spesso al centro dei suoi progetti cinematografici, come The Deviant Majority (2010), The Joycean Society (2013) e Segunda Vez (2018).

parte di

18 gennaio - 30 giugno 2022
ingresso riservato agli iscritti al master MAP_PA
 
Scopo del Master è quello di proporre un percorso di formazione che, attraverso l’esplorazione dei linguaggi performativi di
 teatro, musica, danza e arti visive, possa guidare i partecipanti verso forme inedite di progettazione e sperimentazione artistica e di ricerca interdisciplinare.
Padiglione 9B, Performer: Prinz Gholam
13 luglio, ore 12-13
SOLO SU INVITO
13 luglio, ore 12-13
13 luglio, ore 12-13