TERRA ANIMATA | VISIONI TRA ARTE E NATURA IN ITALIA (1964-2023)

30 marzo - 27 agosto 2023

Padiglione 9a

Padiglione 9a
 
A cura di Paola Bonani e Francesca Rachele Oppedisano

 

La mostra raccoglie alcuni tra gli esempi più significativi di artisti contemporanei che hanno lavorato sulle relazioni esistenti tra arte, creatività, estetica e i territori naturali che l’uomo abita.

La selezione, incentrata su artisti italiani, copre un arco cronologico che va dagli anni Sessanta ai giorni nostri, un periodo caratterizzato da grandi cambiamenti nella percezione del rapporto tra natura ed essere umano, cambiamenti a cui le arti visive hanno contribuito aprendo nuovi scenari e fondando nuove consapevolezze.

Negli anni Sessanta molti artisti hanno compiuto un radicale superamento dei confini tradizionali dell’opera d’arte, includendo all’interno di essa elementi prelevati direttamente dalla realtà e incentrando, in alcuni casi, tutta la loro ricerca sul rapporto con la materia, con la natura e con i suoi processi di trasformazione. Negli anni Settanta l’agricoltura e il paesaggio sono divenuti oggetto di pratiche artistiche specifiche, con l’intento di indagare e di verificare dimensioni più umane di produzione e spazi di sintonia con l’ambiente. In Italia il decennio si chiuderà, com’è noto, con l’edizione della Biennale di Venezia dedicata al tema Dalla natura all’arte, dall’arte alla natura.
 

A partire dagli anni Novanta e fino ai giorni nostri queste pratiche sono riprese con crescente interesse. Oggi il concetto di natura è stato emancipato dall’idea di naturale, aggettivo che sottintende uno sguardo antropizzato della terra, così come i termini di territorio, paesaggio, ambiente sono stati ampiamente ripensati. Gli artisti lavorano ormai nella consapevolezza di trovarsi all’interno di un ecosistema eterogeneo, in cui cooperano pratiche artistiche, conoscenze scientifiche, studi antropologici e sociali, biopolitiche territoriali, restituendoci visioni e prospettive uniche su ciò che vediamo, percepiamo, sperimentiamo, misuriamo, abitiamo, contempliamo, con cui giochiamo, su ciò che, in una parola, animiamo.
 

Alcuni degli artisti qui raccolti hanno fondato la loro pratica, in parallelo alla nascita del pensiero ecologista, sull’osservazione della natura, intesa come campo di ricerca e ritrovamento di una identità originaria (Pino Pascali), luogo da misurare come fondamento della conoscenza (Luca Maria Patella), spazio da riattivare e da contemplare attraverso una ridefinizione estetica (Gianfranco Baruchello) o con cui identificarsi (Giuseppe Penone). In altri casi, terra e paesaggio divengono luoghi di un immaginario puramente estetico e ludico, in grado di dischiudere visioni intense e paesaggi ideali (Mario Merz e Piero Gilardi), proiezioni oniriche e fiabesche (Giosetta Fioroni), poetiche e familiari (Giacinto Cerone).
 

Queste linee di ricerca sono riprese, con filiazioni più o meno dirette, dagli artisti delle ultime generazioni che, come Bruna Esposito, Massimo Bartolini, Marzia Migliora, Leone Contini, Michele Guido, Emanuela Ascari, Nico Angiuli, Renato Leotta e Pamela Diamante, hanno fatto della propria arte un impegno di risveglio e di sensibilizzazione della nostra coscienza, avviando una sorta di cooperazione immersiva, simbiotica, estetica, oltre che etica, con la natura e i suoi elementi. Le loro pratiche rappresentano con straordinaria efficacia temi complessi, urgenti e controversi, quali biodiversità e antispecismo, sostenibilità, migrazione e ruralità. Queste ricerche richiamano in gioco un’ecosofia, legata alla pratica di un’ecologia del profondo, che implica la demolizione del pensiero antropocentrico, quasi a voler riconoscere che la terra abbia, per l’appunto, un’anima, cioè un interno estroflesso di cui tutti noi facciamo parte.
 

Due citazioni visive aprono la mostra. Un Cretto nero di Alberto Burri e un Concetto spaziale. Cratere di Lucio Fontana. Due opere esemplari, provenienti da un futuro anteriore, che indicano i due poli su cui si fonda l’impianto dell’intero progetto, quello dello spazio terreno e dello spazio cosmico, della percezione del reale e della sublimazione dell’immaginario.

La mostra è promossa da Roma Culture e Azienda Speciale Palaexpo, organizzata da Azienda Speciale Palaexpo.
 
 

Padiglione 9B, Performer: Prinz Gholam
13 luglio, ore 12-13
SOLO SU INVITO
13 luglio, ore 12-13
13 luglio, ore 12-13

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