LA VENDITA DELLE FANCIULLE AI MERCANTI | PERFORMANCE DI LUIGI PRESICCE CON L'ACCADEMIA DELL’IMMOBILITÀ

31 marzo 2019

La Pelanda

La Pelanda

La performance è stata realizzata nell’ambito del laboratorio “L’Accademia dell’Immobilità” di Luigi Presicce che si è svolto negli spazi de La Pelanda – Mattatoio dal 19 al 29 marzo.

Il Laboratorio fa parte della prima fase del progetto, nato dalla collaborazione con artisti, compagnie e festival che promuovono attività di ricerca e sperimentazione, e si sviluppa da marzo a maggio attraverso un ciclo di quattro workshop gratuiti di durata variabile da tre giorni a due settimane.

Si tratta di un primo progetto pilota che aspira poi a diventare, a partire dal 2020, una vera e propria scuola di alta formazione sui linguaggi delle arti performative, ma anche un laboratorio permanente di progettazione e sperimentazione sia di espressioni artistiche che di forme di vita comunitaria.



Luigi Presicce parte sempre da una visione pittorica della scena. Nel contesto dell'Accademia dell'immobilità* il processo nasce da un'immagine specifica, che viene “ritrovata” all'interno di un libro su cui l’artista, nel corso di questi anni di insegnamento, mantiene il più stretto riserbo: non ne ha mai rivelato il titolo a nessuno, arrivando addirittura a mascherarne la copertina, per ottenere un totale anonimato. Questo libro contiene, oltre a un racconto, diverse riproduzioni di miniature del Quattrocento: l'artista sceglie per ogni edizione dell'Accademia un'immagine diversa e inizia a dettarla agli studenti, come se fosse una storia, da disegnare in un unico foglio alla maniera dei racconti medievali. Da questi disegni, realizzati senza aver mai visto l'originale, nasce la costruzione di un tableau vivant che andrà sempre più complicandosi con l'aggiunta di nuove suggestioni, nuove storie, altre immagini e altre interferenze che arriveranno nel corso delle lezioni.
La scelta dall'artista, non casualmente, riporta alla mente il luogo dove l'Accademia si svolge: il Mattatoio.

In un paesaggio poco connotato alcuni mercanti a cavallo stanno trattando una vendita o un baratto con degli uomini, sembrerebbero dei padri che vendono le proprie figlie, il sangue del loro sangue, in cambio di alcuni oggetti preziosi, come carne da macello appunto. Il gioco di rimandi, intreccio paratattico di tempi e luoghi, pone l’accento su un colonialismo che forse non ha mai avuto fine, ma che viene comodamente taciuto in alcune parti del mondo, anche non troppo lontane dai nostri occhi.

La storia antica e recente ci ha spesso dimostrato che tutto ciò è accaduto e non solo in tempi di guerra lontani; sappiamo come ancora nel secolo scorso agli uomini ricchi fosse consentito comprare altri uomini come schiavi, neri o bianchi che fossero.

Ce lo ha mostrato chiaramente Liliana Cavani nella sua splendida trasposizione cinematografica de “La pelle” di Curzio Malaparte, dove in una Napoli "liberata" dagli americani, i bambini vengono ceduti dalle madri ai soldati in cambio di pochi soldi per prestazioni sessuali; o ancora le atmosfere neoclassiche immortalate nei “ritratti bucolici” dal barone Von Gloeden che, in una Taormina di inizio novecento, non curò solo i suoi malanni, ma anche l'economia della località stessa, per lui foriera di nuove passioni come appunto la macchina fotografica, ma non solo.

 

“La collaborazione con il Teatro dell'Opera ha permesso di materializzare la visione dell’artista Luigi Presicce. Grazie ai costumi e al fondale che cambiano ruolo nelle mani dell'artista, l'opera si compie chiudendo il primo workshop del Mattatoio. Un esempio concreto di condivisione tra luoghi romani, destinati all'arte e alla cultura, grazie a progetti di reinvenzione di un patrimonio unico al mondo” (Clara Tosi Pamphili)