CLÉMENT COGITORE "NOTTURNI"

16 marzo - 29 maggio 2022

Padiglione 9a

Padiglione 9a

a cura di Maria Laura Cavaliere
 

La mostra è promossa da Roma Culture e Azienda Speciale Palaexpo con la collaborazione di Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Si ringrazia Institut Français

Organizzazione Azienda Speciale Palaexpo

  

Clément Cogitore, artista e cineasta francese indaga le frontiere tra cinema e arte contemporanea, utilizzando film, video, installazioni e fotografie, per mettere in scena dispostivi complessi e innovativi.

L’esposizione Notturni presenta per la prima volta in Italia una selezione delle più importanti opere video, nelle quali l’artista esplora le contraddizioni e le ambiguità delle immagini contemporanee tra verità e falsificazione, testimonianza diretta e ready-made di immagini filmiche, mettendo in discussione il rapporto con il reale e con la storia.

Le opere di Cogitore sono costituite da elementi visivi eterogenei, da forme narrative non lineari che oscillano tra documentario e finzione, senza mai configurarsi in un’unica forma di rappresentazione, nelle quali la stessa finzione diventa una sorta di “teatro” della realtà. Come ricorda Orson Welles, citando Picasso, nella sua apologia della mistificazione nel film F for Fake: “l’arte è una menzogna che ci fa capire la verità”.

La notte, protagonista dei racconti, evoca ciò che è sconosciuto, ignoto, irrazionale, come il sogno, le tenebre, l’aurora boreale, le atmosfere chiaroscurali, tratteggiate da un’illuminazione artificiale. La dialettica tra ombre e luci riassume le antinomie dell’esistenza: bene e male, giorno e notte, mortalità e immortalità, visibile e invisibile. L’artista si interessa agli archetipi, ai modelli, elementi di un alfabeto di immagini arcaiche e potenti, moderne e struggenti, che hanno un forte valore simbolico, perché ricollegano l’essere umano con la sua dimensione più autentica e ancestrale.

La questione del sacro e la figurazione dei riti sono delle tematiche centrali nell’opera di Cogitore, che considera il sacro come un sentimento ancestrale, riguardante il mistero dell’esistenza umana, al quale l’artista tenta di dare una risposta, senza sostituire dogmi con altri dogmi, ma offrendone una rappresentazione poetica, che fonde spiritualità ed elementi del quotidiano. La scrittura visiva si ispira al cinema di Robert Bresson che Cogitore definisce come “maestro assoluto della sacralizzazione della quotidianità senza gloria”.

La manipolazione delle immagini ne mette in luce le potenzialità e il carattere polisemico e si declina sotto la forma della riutilizzazione di filmati preesistenti (Tahrir, Assange Dancing), della mise en abyme dell’immagine (Travel(ing) e

Elégies), della “teatralizzazione” (con la messa in scena di un tableau vivant in Memento Mori), del “remake” video dell’opera-balletto Les Indes Galantes.

La notte evoca la dimensione intima e di riflessione che il video permette di esplorare come luogo di passaggio e sistema di trasformazione delle immagini, da codici espressivi passati (pittura, fotografia, cinema) alla creazione di immagini che riconfigurano nuove categorie del visibile.

 
Le visioni notturne di Cogitore richiamano il pensiero di Giorgio Agamben che definisce contemporaneo “colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio” (G. Agamben). Il filosofo, prendendo a modello la neurofisiologia della visione, afferma che il buio non è un concetto privativo, generato dalla semplice assenza di luce, ma il risultato dell’attività delle cellule periferiche della retina produttrici di quella particolare visione che chiamiamo buio. “Può dirsi contemporaneo soltanto chi non si lascia accecare dalle luci del secolo e riesce a scorgere in esse la parte dell’ombra, la loro intima oscurità” (G. Agamben). Così nei Notturni di Cogitore la “finzionalizzazione” sistematica delle immagini ne mette in discussione l’immediatezza, la funzione di mero strumento di riproduzione della realtà: in esse la notte è metafora di ciò che non è immediatamente visibile e che l’immaginario dello spettatore è chiamato a interpretare.

 

 
 
            
 
 

con la collaborazione di
 
si ringrazia