PRENDER-SI CURA | 2021

27 dicembre 2020 - 13 agosto 2021

Prender-si cura | 2021
La Pelanda
Prender-si cura | 2021
La Pelanda

a cura di Ilaria Mancia
 
 

Prender-si cura è il nome del programma di residenze di ricerca e produzione artistica, ideato e curato da Ilaria Mancia, che si svolgono negli spazi de La Pelanda. Un gruppo di artiste e artisti invitati a sviluppare la propria ricerca, spaziando dalla danza alla performance teatrale, dall’arte visiva, alla musica, al video e alla fotografia.

Prender-si cura si interroga sul concetto di residenza artistica, cercando di espanderne modalità e possibilità.

Prender-si cura si racconta attraverso un diario, una testimonianza, uno sguardo sul processo di lavoro e ricerca fatto di dialoghi con le artiste e gli artisti.

Prender-si cura 2021 è con (fra gli altri): Annamaria Ajmone, Gianmaria Borzillo, Brutal Casual Mag-Lady Maru e Jacopo Benassi, Marina Donatone, Silvia Calderoni e Ilenia Caleo, Giulia Crispiani, Roberto Fassone, Riccardo Fazi e Matteo Nucci, Valentina Furian, Sara Leghissa, Alessandro Sciarroni, Zapruder filmmakersgroup, Simone Pappalardo, Alexia Sarantopoulou.

 

Gli spazi de La Pelanda saranno nuovamente abitati dalle residenze artistiche di Prender-si cura. Luogo dedicato all’indagine e all’incontro; un invito esteso ad artiste, artisti e collettivi del panorama contemporaneo che svilupperanno le loro ricerche; un tempo dedicato all’ideazione svincolato dalla presentazione di un risultato finale

In continuità con quanto sperimentato nel corso del 2020, si vuole proseguire nell’indagine della residenza artistica come oggetto da espandere e smontare, aperto all’imprevisto e orientato all’ascolto, in grado di mettere in atto nuove strategie produttive adatte a un tempo caratterizzato da mutamenti costanti.

Riflettere sulle relazioni in gioco - artisti e curatori, artisti con artisti, artisti e pubblico – rivedendole e mettendole in discussione, vuole essere un altro elemento di sviluppo del progetto. Nello stesso tempo, immaginare nuove strategie per la costruzione del lavoro in sincronia e alleanza con le artiste e gli artisti e altri soggetti e istituzioni.

Resta quindi cruciale il concetto, complesso e sfaccettato, di cura. Se lo scorso anno è stato declinato nell’accezione socratica di epimèleia heautoù, (prendersi cura del sé) vorremmo, in questa edizione, che si svolge in un momento diverso ma pur sempre di emergenza, volgere lo sguardo alle relazioni messe in atto in un contesto di ospitalità e produzione.

In questa prospettiva gli inviti fatti vanno a comporre una costellazione di artiste e artisti che usano linguaggi diversi – performance, video, musica, teatro, arti visive – per dare conto di un concetto di "performativo" esteso e determinare incontri animati da un desiderio reciproco di continuare a fare ricerca e di misurarsi con lo spazio scenico e, in qualche caso, approfondire relazioni artistiche iniziate nel corso della prima edizione.

Proseguirà, inoltre, il diario di Prender-si cura, una narrazione dedicata allo sviluppo della ricerca artistica durante il momento della residenza, un approfondimento della fase di costruzione dello spettacolo che non sempre è accessibile a sguardi esterni. Un diario che, prendendo le mosse dal lavoro fatto lo scorso anno, si svilupperà verso diramazioni diverse con l’obiettivo di fare archivio di un presente che continuamente sfugge, attraverso la stratificazione di materiali: conversazioni, lettere, testi e immagini scambiati con artiste e artisti, invitati esterni in dialogo.

 

 

Correlati